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    L’arte del cellulare

    By matteo | January 16, 2006

    Nella scia della grande scienza, più volte qua presentata, un estratto da un corposo lavoro che sarà pubblicato tra breve sulla prestigiosa rivista “Tu e la fava”. Il titolo dell’elaborato è “La familiriatà con i cellulari: le formule per calcolarla”.

    La presente ricerca si basa sullo studio di un campione significativo di popolazione italiana (circa 50 milioni di persone) dodate di cellulare. Lo scopo dell’opera mira a fornire presupposti scientifici per calcolare il rapporto di familiarità col mezzo telefonico mobile (cellulare) a partire dall’evidenza dell’osservazione visiva ed acustica. Sono stati individuati tre macro archetipi entro la quale possono essere ascritti la stragrande maggioranza degli italioti (con n fasce intermedie, però). La familiarità col cellulare è inversamente proporzionale al risultato di: A (angolo tra braccio e busto) x D (distanza tra orecchio e cellulare) x K (variabile voce). (cliccare sulle foto per ingrandire)

    El muraro

    muraro.jpg La presente categoria estrema, che prende il nome dal termine celtico che definisce il muratore, è caratterizzata dall’avere un angolo di 90° tra braccio e busto, grande distanza del cellulare dal padiglione auricolare (anche per la paura che sia sporco di malta) e dalla bocca e per il tono da acuto di cantata di alpini nel colloquiare telefonico. Applicando la formula 90 (angolo) x 6 (i cm di distanza in questo caso) x 110 (paragonabile ai decibel di una motosega)= 59.400 che indica una familiarità piuttosto bassa. Gli attrezzi usati possno essere i più vari in quanto a fattezze, dimensioni e costo: tutti, invariabilmente, lasciano nell’osservatore l’impressione che chi li sta usando abbia in mano un qualcosa che vien ritenuto fragile, immaneggiabile e piccolo (non è raro vedere il mignolo della mano che impugna il coso alzato e tremolante). Va ricordato che el muraro non ha mai superato il trauma della scomparsa del Motorola 8700, apparecchio che più di ogni altro dava sensazioni simili a quelle degli attrezzi di uso comune (martello e cazzuola in primis).

    La bionda

    metastrada.jpgIl profilo denominato “La bionda” è facilmente osservabile data la sua notevole diffusione e ascrivibile a diverse categorie sociali: dalla signora che al supermecato chiama il marito per chiedergli lumi e consigli sulla lista spesa all’immigrata in treno che amabilmente si confronta con la sorella o la collega (chi viaggia nelle tratte locali sa bene di cosa si parla). Le caratteristiche specifiche sono: angolo di 45° col busto, segno di una certa rilassatezza nell’uso del mezzo, vinanza con l’orecchio ma meno, molto meno, con la bocca in modo da rendere edotti tutti i vicini della natura e contenuto della conversazione. Il fattore k è il più vario, variabile e fluttuante.

    Jack Bauer

    bauer.jpgIl profilo Jack Bauer è diffuso soprattutto tra i ggiovani, i supergiovani e i geek. Il nome si rifa al protagonista di un serial televisivo il cui protagonista è un agente speciale USA che vive costantemente in contatto con la sua centrale operativa.

    Il cellulare, preferibilmente a conchiglia o a scorrimento verticale, tende a diventare un tutt’uno con l’utente: si evidenzia la mancanza di distanza dell’apparecchio dall’orecchio e dalla bocca e la fusione del braccio con busto. Anche i decibel sono prossimi allo zero: le convesazioni sono tenute con tono di voce flebile, quasi sussurrate. La familiarità con il mezzo è totale: è una propagine tecnologica del proprio corpo. Quando non è utilizzato come strumento di comunicazione diventa gingillo per il trastullo, con tic nervosi palesi (apri e chiudi la conchiglia, rotazione acrobatica tra le dita, ecc.)

    Un prossimo sviluppo della ricerca prende in considerazione l’utilizzo degli auricolari (sia con filo che senza) e sarà pubblicata più avanti.

    Update: Pare che ci sia in giro una cosa sulle bionde. E’ un puro caso la coincidenza del topos con la catena, senza saperne una fava prima, poi. Sulla cosa son della stessa idea di Beggi, a priori.

    Topics: E' la tecnologia, baby | 7 Comments »

    7 Responses to “L’arte del cellulare”

    1. supergiovane Says:
      January 16th, 2006 at 11:36 am

      Propongo questo come post dell’anno! Ridissimo…. Poi è da tanto che non ti vedevo con quella parrucca bionda… ah… quanti ricordi…

    2. laflauta Says:
      January 16th, 2006 at 11:51 am

      Implementerei il tutto con “L’ARTE DELL’ESSEEMMEESSE” messere.

      Che dice molto di tutti.

      (la parrucca bionda le sta che sembra un bon bon….)

    3. caporaleReyes Says:
      January 16th, 2006 at 11:56 am

      trovo scarsa coerenza tra il modello impiegato per illustrare la presa Jack Bauer e il target della presa medesima: ggiovani e supergiovani.

    4. spiritum Says:
      January 16th, 2006 at 11:59 am

      @SuperG e La Flauta: non è una parrucca, sono i capelli di mia figlia messi su con fotosciòp.

      @Caporale: e chi suggeriresti, di grazia?

    5. p.s.v. » Blog Archive » Ricerche scientifiche Says:
      January 16th, 2006 at 12:05 pm

      […] Questo elaborato scientifico l’ho sentito direttamente dalla voce di mio padre sabato notte vorso l’una, dopo esserci ingozzati con carne di mas-cio e cabernet. Testo scientifico senza precedenti!!! […]

    6. caporaleReyes Says:
      January 16th, 2006 at 2:26 pm

      il supergiovane per eccellenza.

      uomo scrupoloso e dalla forte vena sociale, con assicurazioni circa le finalità no profit dell’ambaradan si presterebbe di sicuro.

    7. hal Says:
      January 18th, 2006 at 12:14 pm

      alla bionda parrucca avrei visto di buon occhio una ceretta abbinata. cheddiamine.