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    Il teatro

    By matteo | February 16, 2005

    Certe volte, quando non sto bene, e vorrei scrivere delle poesie come Arsenio o delle opere esorbitanti come il Direttore (ma non ne sono buono nè, soprattutto, le avrei da raccontare) mi metto a pensare un modo diverso di interpretare il mondo, in sintesi. L’ultimo che ho partorito è la similitudine del teatro. Il mondo è come un grande teatro. I più ganzi e potenti son sul palco, alcuni sono gli attori protagonisti, altri i secondi, parecchi le comparse. Dietro le quinte tutta la marmaglia dagli inservienti di scena, agli scenografi, ai parrucchieri. E il regista, si capisce. Gente importante, sempre sul palco, bello eh, ma dietro le quinte. Sono quelli che nella vita ce la fanno, hanno quello che si può desiderare, per lo meno dall amassa che sta giù, il pubblico. Anche qui diversi ordini e gradi: le prime file, il loggione, le salette (come si chiamano che non mi viene?) riservate, oppure la massa seduta più indietro, alcuni sono in fondo, in piedi. Ma dentro il teatro. In mezzo a ‘sta marmaglia ci sono quelli che sfilano i portafogli nelle pause, che si mettono d’accordo per le mazzette, che fregano a mani basse: sono pari pari come nel contesto abituale. Tutta ‘sta buatta di gente è la grande quantità di chi ce la fa (come non ci è dato di giudicarlo, ora) ma non è sotto i riflettori, fa parte del circuito, del sistema si potrebbe dire. Per procedere col quadretto ci sono quelli che lo gestiscono, il teatro. Dai padroni, che incassano e tirano le fila, alle maschere, ai bigliettai, a quelli al bar. Potrebbero essere i politici, i governanti, i veri potenti, sempre secondo il sistema. Fuori dal teatro la schiera (piccola? grande?) di chi non può permettersi il biglietto, o non vuole permetterselo o sta lavorando per metterci una bomba, nel teatro o porprio gli frega un cazzo. Sono i disadattati, i tossici, i barboni, i terroristi, gente così. Per concludere il giochetto mi chiedo sempre: ed io, dove mi metto? Di solito sono quello che, verso il fondo della sala, dorme.

    Tu dove ti metti?

    Adesso basta, torno a scrivere puttanate, che mi viene meglio, probabilmente.

    Topics: Un tempo era tutta campagna | 5 Comments »

    5 Responses to “Il teatro”

    1. Effe Says:
      February 16th, 2005 at 9:10 pm

      non so se è previsto scappare con la cassa

    2. preci Says:
      February 16th, 2005 at 9:49 pm

      io sono l’uomo delle pulizie del teatro. lo spazzino. e manco il capo scuadra spazzini…[l’ultimo, quello che raccoglie la merda con le mani]

    3. riccionascosto Says:
      February 17th, 2005 at 1:47 am

      Ma uno che fa la claque in loggione, che mi significa?

      (E comunque io farei l’addetto al catering…. forse)

    4. PlacidaSignora Says:
      February 17th, 2005 at 2:15 am

      La vita è un palcoscenico, Andrea. E quelli che tu dici non essere sul palco, in realtà fanno tutti parte della rappresentazione. Immensa rappresentazione, infinita. Non importa che parte hai, cosa fai, dove stai. Ci sei. E volenti o nolenti, ci tocca recitare, sempre

      (mi piaci molto quando scrivi cose così)

      :-**

    5. jorma Says:
      February 17th, 2005 at 4:29 am

      Posso fare la maschera?