I moralisti han chiuso i bar …

prima di schiantarmi sul divano (astinenza da gingko biloba) ho visto uno

straccio di Ballarò: “Il corsivo”. Nel servizio erano presentati

gli alleati degli USA nella guerra, compresi i 15 che non si son voluti dichiarare

apertamente. Il servizio, a mio modestissimo avviso ben fatto, citava brani

di Full Metal Jacket, dei fratelli Marx, di altri film che non ho ben riconosciuto.

Tornati in diretta un’apocalisse contro il povero presentatore (e bravo, sempre

IMHO) da parte di un tizio che non stava mai zitto nè fermo: non si

può scherzare su ‘ste cose, i film di qua, la guerra di là.

Faceva impressione soprattutto la foga, vorrei dire la rabbia con la quale

scagliava strali contro il servizio. Floris, con la solita serafica calma

cerca di dare qualche ragione (“Kubrick

(vedetevi anche il bel ritrattino – s’intitola “Insana (io)” – fatto

da AranciaTv)

sprezzante ed impettita, esordisce con la solita pataccata: “Il servizio

si commenta da solo”. Cioé, Margheritina? Cosa si commenta, come

si commenta: aiutaci, illuminaci. Un altro, ai tempi dei nani e delle ballerine,

mentre era a tavola rispose ad un intervistatore e ad una domanda che non

gradiva, girandosi verso i commensali: “C’è l’olio?”. Siam

che ci vuole, anzi che ci vorrebbe una certa etica nel gestire eventi

come la guerra (ho visto questa sera un primissimo piano di una bambina irachena

ferita alla quale scendeva una grande lacrima, ore 19.30, su RAI 3 che presentava

un approfondimento serale), ma quel servizio là proponeva una critica,

ricca di dotte citazioni e argomentata, sugli stati canaglia che stan con

Bush e magari c’hanno la coscienza sporca, non era un reportage di guerra,

era un corsivo, echecazzo. Perché tutta una manfrina del genere, a

che pro, perché tutta quella rabbia, ma stai a casa tua se non vuoi

andar a far l’ospite di quel tipo di trasmissioni. M’han fatto girare le balle