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    Non se ne può più …

    By matteo | May 19, 2003

    Non se ne può più

    della TV perché…

    Non guardo la

    Tv, ne so poco.

    Non ci sono i

    commenti e i link non funzionano mai. Per la vera fuffa però rimane

    perfetta. Per le cose serie c’è la rete.

    Il tuo rapporto con i lettori (anche

    se ne hai già parlato tanto).

    Bello, per me.

    Doloroso per loro, immagino.

    Amore smodato,

    non sempre ricambiato.

    Pensi di essere “meglio”

    nel blog o nella vita reale?

    Nel blog, nel

    blog.

    Senza ombra di

    dubbio nel blog. Nella vita non posso mai correggere la bozza. Temo che

    questo si veda.

    Una frase celebre che ti piace (niente

    oscenità, siamo inglesi).

    Ce ne sono molte.

    La prima che mi viene in mente e’ di Igino Vasilij

    Vassilijevich Domain (su Quinto Stato). Faccio il figo e te la cito in

    ligua originale (anche se per capirla ho usato il traduttore di Google):

    “Lecrescite quantitative nel campo dei media comportano lo sfondamento

    di soglie qualitative. Ovvero l’ibridazione progressiva tra l’attività

    pensante propria dello spirito e la incorporazione delle macchine nelle

    attività strumentali della ricerca, la digitalizzazione del gesto

    culturale per eccellenza- cioè della scrittura- stava producendo

    un forma nuova di lavoro intellettuale. “

    “…io

    non vedo nessun metodo”

    capitano Willard (da Apocalipse Now).

    Le 5 cose per la quale vale la pena

    di vivere.

    Gli affetti,

    il gioco, la scoperta che la libertà è dentro di noi, il

    vino

    rosso e la Coppa Malù.

    Il mattino, la

    primavera, le persone, il miracolo del corrispondersi, il

    cielo, svegliarsi nel letto con la persona che ami, la musica, le tette

    delle donne, i bambini di mio fratello… (uh, mi sa che ho sforato…).

    Descrivi il blog del co-intervistato

    (tipo una breve recensione).

    Bello, stimolante,

    particolarmente vero.

    Intelligenza e

    classe al servizio della blogsfera. Sono onorato di aver inventato per

    lui la definizione “guru”, anche se lui la odia. Almeno una

    mia idea ha fatto scuola.

    Come saluti il tuo collega dell’intervista?
    E’ timidissimo,

    niente baci e abbracci. Lo imbarazzano. Un Ciao andra’ benone.

    Ciao Giu, non

    vedo l’ora di rivederti e di stremarti ancora di battutacce come l’altra

    volta.

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